L'educazione alla prevenzione della malattia coronarica rappresenta la “migliore cura”; ma una volta che la malattia si manifesta è importante riconoscerla precocemente. Il ritardo così detto “evitabile” nella diagnosi di un infarto miocardico è in gran parte dovuto al ritardo “decisionale”, al ritardo cioè con il quale il paziente decide ad affidarsi alle cure mediche. E quindi fondamentale che la popolazione, soprattutto se a rischio di eventi acuti legati all'aterosclerosi coronaria, venga educata a riconoscere i sintomi dell'infarto o dell'angina pectoris in modo da giungere all'osservazione del cardiologo nel più breve tempo possibile.
Il trattamento dell'infarto è infatti tanto più efficace quanto minore è il tempo intercorso tra l'inizio dei sintomi e la terapia; prima si interviene a ristabilire con i farmaci o con l'angioplastica coronarica la pervietà del vaso ostruito e maggiore sarà l'entità del muscolo cardiaco che si riuscirà a salvare.
L'antico proverbio “meglio tardi che mai” andrebbe riscritto in “meglio presto che mai”; infatti la maggior parte delle morti legate all'infarto miocardio acuto avviene al di fuori dell'ospedale a causa di aritmie minacciose che si concentrano nelle prime ore dall'esordio dei sintomi e che possono essere efficacemente trattate con il defibrillatore di cui sono dotate tutte le autoambulanze del 118 e le strutture ospedaliere. Le due regole fondamentali sono quindi saper riconoscere i sintomi ed allertare immediatamente il 118, senza usare i mezzi propri per recarsi al Pronto soccorso. I dati emersi da uno studio regionale evidenziano che circa il 50% dei pazienti con infarto miocardico acuto si reca al Pronto Soccorso utilizzando l'autoambulanza del 118; e solo il 40 % di questi pazienti arriva in ospedale entro le prime due ore dall'inizio dei sintomi.
Il sintomo classico è il dolore al torace, avvertito anche come “morsa”, “peso” o senso di “costrizione” che può propagarsi agli arti superiori (braccia, gomiti, avambracci o polsi), verso l'alto (giugulo, mandibole) o posteriormente (schiena, scapole). Il dolore può presentarsi anche allo stomaco ed in genere tende ad irradiarsi verso l'alto; purtroppo in questo caso viene spesso attribuito a gastrite o mal digestione e il paziente ricorre al classico infuso caldo. Elementi che possono aiutare il paziente ad orientarsi verso un dolore coronarico sono la presenza di sudorazione improvvisa o di intensa stanchezza o il fatto che da alcuni giorni o da alcune ore lo stesso dolore, magari meno intenso e non associato ad altri sintomi, si sia presentato in episodi di breve durata (minuti) a riposo o durante un attività fisica e sia regredito dopo l'interruzione della stessa.
Giovanni Tarsi
(Tratto dal periodico “Difendi il tuo cuore”, della Fondazione per la lotta contro l'infarto)