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A destra, il fanese Manuelli (già campione mondiale under 21) prepara una bocciata nella finale vittoriosa del trofeo FPK Arredamenti. A sinistra, l’avversario Paolo Signorini della Società Montegridolfo.
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Nel numero di gennaio dello Specchio abbiamo fatto un po' di storia delle bocce e della sua diffusione a Pesaro. Sul versante metaurense la situazione ovviamente è in parallelo a quella fogliense: con crisi generazionale, ma anche con fermento, con alti valori tecnici e con tanto anelito di riconoscimento sportivo. Il gioco delle bocce è stato da sempre uno dei più economici, per cui è ovvio che le masse meno abbienti molto spontaneamente l'hanno fatto proprio: negli spiazzi cittadini e di paese, di fianco alle aie in campagna e lungo tratti di spiaggia sabbiosa. Il premio in palio? Quello più reperibile, più a buon mercato: il vinello in fiaschi e boccali. Con l'avvento dei campi di gioco l'attività boccistica venne trasformandosi: sempre più regolamentata, sempre più tecnica e sportiva, sempre più ravvivata da gare federali e da personaggi rappresentativi. Emblematica, per quel primo scorcio di boccismo fanese, fu la figura di Arturo Ghiandoni (vanno ricordati anche Bonazzelli, Peconi, Sestili). Così come emblematica e pionieristica fu “La Combattente”: prima Società bocciofila delle Marche, sorta nel 1924 in seno al “Circolo Combattenti” per iniziativa dei reduci della Grande guerra. Questa Società di Via Metauro, con le sue storiche colonne di ingresso addobbate con due elmetti in cemento, continuò poi a sfornare tanti giocatori di valore: dai vari Rondina, Antinori, Perugini, Del Medico, Manna, Cucchi, Secchiaroli, Contarini, Tomassoni, passando dagli Adanti, Mazzanti, Serafini, Giommi, per arrivare ai Pennacchini, Pierleoni, Pozzuoli, Panicali, Filipucci. Oggi risplendono per risultati alcuni giovani di valore: Paolo Giovanelli di Lucrezia (iscritto con Colbordolo) ed i fanesi Dario Bartoli (iscr. Colbordolo), Giovanni Iacucci (iscr. “Ancona 2000”) e Gianluca Manuelli (“Ancona 2000”, già campione mondiale “Under '21”). A Fano si sono estinte le Società di Ponte Metauro e di Centinarola, ma continuano a “far di boccia” le Società “San Cristoforo” e “Biagiarelli”. Nel comprensorio pullulano poi realtà molto attive: da Marotta a Lucrezia, da Calcinelli a Tavernelle, da Fossombrone ad Acqualagna, da Cagli e Fermignano ad Urbino. Anche il settore femminile annovera le sue praticanti e sono ottime occasioni di proseliti le gare “Lui e Lei”. Voglia di fare e di migliorare non mancano tra i praticanti, ma occorre prendere atto di un'affiorante realtà: quella dello scollamento delle nuove generazioni con conseguente diminuito ricambio. Quali le cause? Sicuramente comuni ad altre realtà, sportive e sociali: moltiplicazione di sempre nuove attrattive, volubilità di interessi ed esperienze, l'opera subdola e sempre più settoriale dei mass-media che “silenziano” colpevolmente tante discipline sportive, l'incapacità e l'ignoranza di tante Società bocciofile di offrire nei loro impianti attrattive variegate per una potenziale utenza giovanile. Di un ricambio generazionale che latita si è da tempo accorto anche il dinamico presidente de “La Combattente” Marino Serafini che ha stimolato una certa collaborazione scolastica riuscendo ad avviare allo sport boccistico 35 alunni delle elementari ed ha organizzato un convegno ad Ancona (marzo 2002) sulla didattica di questo sport. Da allora si svolge annualmente un seminario con gli allievi della Facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Urbino (parte teorica presso la sede universitaria, parte pratica presso il bocciodromo comunale di Urbino). In tale seminario si trattano concetti di cibernetica legata alle attività integrative di cervello e sistema nervoso periferico, di elaborazioni e selezioni di impulsi e altri temi scientifici: il tutto applicato in un ambito sportivo (quello boccistico) adattissimo per l'esigenza di un dosaggio neuro-muscolare esasperato (in campo i centimetri fanno la differenza) e di riduzione progressiva dell'emotività. Come tanti sport, anche quello delle bocce sta conoscendo gli influssi del professionismo. Questo offre spunti per considerazioni opposte: l'aspetto positivo va riconosciuto per quei giocatori di élite che dalla possibilità di guadagno trovano mezzi e stimoli per continuare a giocare ad alto livello; purtroppo è una negatività la perdurante mancanza di regolamentazione nei passaggi dei giocatori da una Società all'altra senza un diritto o riconoscimento di preparazione per la Società di provenienza. L'attuale giungla di accordi non fa che aumentare le differenze tra Società di serie “A1” e quelle cosiddette “povere”. Comunque, pur non avendo disponibilità economiche per disputare il campionato italiano per Società di alto livello, la bocciofila “La Combattente” continua a meritarsi riconoscimenti come attestano le due “stelle al merito sportivo” ricevute dal CONI nel 1994 e nel 2005. Per finire, come stuzzicare i giovani? Magari invitateli a sbirciare ed a scoprire cosa succede in quelle palestre dai fondi di nuova generazione, con sfere da pilotare strategicamente e con possibilità di divertimento sicuramente non inferiori al bowling.
Massimo Ceresani
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